ALDO MIGNANO
Sembrano uscite da un bagno di sviluppo fotografico le opere di Aldo Mignano, così lucide, nitide, con formati rettangolari costanti. E’ forte l’influenza di anni di lavoro nella grafica: pennellate decise e nette, come ingrandimenti di segni grafici; colori vividi e contrastanti; composizioni equilibrate ma di effetto.
Il pittore, che è anche suonatore di sax, in molte opere ripropone le atmosfere di ambienti jazz: saxofonisti in tensione i cui colori, diventati stridenti accostamenti di pennellate-segno rosse e blu, sembrano evocare sofferti assoli di musicisti illuminati da riflettori colorati opposti; persone immerse in atmosfere bluastre, come jazzisti in pausa in una zona buia e fumosa di un night; pianisti realizzati per mezzo di una sorta di confusa spirale di segni corti e concitati, come prendessero corpo dalle note da loro stessi prodotte; immagini fatte di segni rossi e gialli accesi su fondi scuri, che suggeriscono insegne luminose di una New York anni ’50, una New York entusiasta in cui tutto, nell’arte e nella musica, era da scoprire.
Questi dipinti, fatti di smalti su cartone, appaiono come immagini proiettate dal profondo in superficie, ma non sono piatti; usando un’analogia, sono come immagini riflesse sulla superficie ghiacciata di un lago: l’insieme appare piatto e lucente, ma vi si possono scorgere dietro, dentro, le imperfezioni del ghiaccio, le profondità dell’acqua, si avverte il muto mistero di un mondo celato…l’animo dell’autore.