PINO BASSETTO
I soggetti di Pino Bassetto, apparentemente creati attraverso una tecnica veloce ed istintuale, sono in realtà frutto di un attento studio coloristico-formale. L’iter che l’artista segue nel creare è particolarissimo perché non realizza immagini di getto e nemmeno le progetta attraverso un bozzetto: egli crea, disfa e ricrea cercando di raggiungere l’immagine migliore suggeritagli da quella embrionale che appare in una prima stesura.
Nonostante la grumosità del tessuto pittorico richiami certa pittura d’azione e le figure siano espressioniste per alterazione fisionomica e forza comunicativa, le scelte coloristiche del pittore sono tonali e non timbriche. Le tinte sono tanto amalgamate che ogni opera è pervasa da un’atmosfera cromatica in armonia col soggetto rappresentato. L’atmosfera è soffusa anche per la tecnica pittorica che “polverizzando” l’immagine ne rende i contorni confusi, come se non ci fosse una netta distinzione tra figura e sfondo. Solo a volte l’artista sottolinea con pennellate più rigide di colori decisi alcuni particolari del dipinto.
Osservando le opere di Bassetto sembra di essere guardati da personaggi affacciati a finestre del mondo immaginario aperte sulla realtà: da un busto di un antico tenore corroso dal tempo che imperturbabile emette la sua nota più alta; da una squadrata testa femminile immersa in una tonalità verde, fredda come la vita di una rigida donna delusa; da uno stanco Barbarossa la cui barba impronta di sé tutto il quadro…
L’impasto polverizzato e quasi monocromo sembra restituirci, più che i personaggi, le loro vite, confuse come il ricordo e vibranti come le emozioni.