Marco Casolo
La coerenza e l’armonia che caratterizzano le opere di Marco Casolo derivano dall’attento studio che l’artista compie sulla combinazione dei colori e di poche, essenziali forme, quali il triangolo, e segni grafici, quali curve concentriche.
Il movimento è dato dal particolare sviluppo modulare dell’aggregazione dei triangoli: è come se da ognuno di essi se ne formassero degli altri, ripetendo in qualche modo il processo di formazione dei cristalli.
Anche l’orizzontalità della forma, che sembra sconfinare oltre il bordo del quadro, partecipa a creare un senso di movimento.
L’effetto caleidoscopico e quello dinamico risultano così armoniosi da non far risentire la scrupolosa opera che l’artista compie nel calibrare toni, colori e forme.
Queste composizioni sono pensate per l’effetto visivo che suscitano e presupponendo
anche una finalità decorativa.
Originario di Gemona, Casolo riprende in alcune opere il tema del terremoto ma per la sua valenza dinamica, come spunto per creare immagini significative solo per il loro effetto visivo, non emozionale.
In realtà in alcuni lavori dai segni grafici sbilenchi ed instabili scaturisce un effetto inquietante e in altre la densità delle forme, che al colmo crollano inesorabilmente come castelli di carte provocano una sensazione di claustrofobia.
Anche se i presupposti sono diversi, si avverte l’influenza di Klee.
Nell’opera “La Notte” c’è sempre il piacere delle equilibrate combinazioni grafico-coloristiche, ma c’è in più un intento di rappresentazione intimistica dato da una sorta di finestrella puntinata di bianco che occhieggia a tratti, la cui presenza permea tutto l’insieme, suggerendo un intimo malinconico momento di meditazione notturna dell’artista.
In “Borgo San Gregorio” la rappresentazione è data dalla calibrata ripetizione di alcune forme, astratte e figurative, quasi a voler dare dell’ambiente una chiave di lettura per simboli.
Ancora una volta si riscontra l’esigenza di un ordine compositivo, ma la delicatezza dei toni restituisce tutta la liricità e la solarità della campagna sarda.
La semplicità delle opere di Casolo, che non è banalità ma ordine e armonia, è data anche dai materiali poveri che l’artista usa, rifacendosi alla maniera di Dubbuffet, dal quale trae anche il gusto per la corposità della materia. In Casolo non diventa però texture ma collage, quasi mosaico, dove ogni “tessera” è tagliata, colorata, ricolorata, sporcata(come piace dire all’artista) e alla fine collocata nell’esatto punto che il pittore le ha destinato all’interno della composizione perché in quest’ultima risulti la “concinnitas” che caratterizza tutti i suoi lavori