ALESSANDRO BRUSSOLO
Alessandro Brussolo realizza le sue opere sui materiali più disparati: faesite, vecchi tessuti, cartoni di recupero, polistirolo. L’atto di dipingere è per lui un impulso così irrefrenabile da dover essere subito soddisfatto, tanto da non lasciargli neanche il tempo di trattare i suoi insoliti supporti con imprimiture o rinforzi. Ognuno di questi supporti dà però un apporto estetico alle opere sotto forma di texture: la minuta globosità del polistirolo, la levigatezza della faesite, la rugosità formata dal colore rappreso su un tessuto spugnoso.
Diversi sono anche i generi trattati dal pittore: paesaggi, realizzati mediante pennellate larghe, allungate e vigorose di colori decisi, sono in equilibrio tra l’immediatezza della pittura impressionista e la potenza deformante della pittura espressionista. Gli elementi sembrano confondersi nell’affastellamento delle pennellate, ma l’insieme apparentemente confuso è in realtà una trama coloristica calibrata che ci svela un paesaggio ordinato, in qualche modo familiare, con casolari tra le colline e rassicuranti seggiolone in vimini in guardino. Questa trama va a tratti ordinandosi a tal punto da dare al cielo e alle nuvole la forma grafica di greche. Questa tendenza alla decorazione è presente anche nelle nature morte, tanto che alcune di esse assumono una struttura a moduli che le avvicina all’aspetto di stoffe pregiate, senza perdere però la potenza espressiva che contraddistingue le opere di questo pittore. Anche nei quadri di nudo sono inseriti elementi d’arredo minutamente decorati, in un modo che ricorda la pittura dei Fauves. Ma i nudi sono all’opposto: non fanno parte dell’insieme come gli armoniosi corpi di Matisse, ma sono figure, quasi sempre maschi tutt’altro che piacevoli alla vista, dalle membra spigolose, dalle carni terree e cadenti, dai lineamenti pronunciati e le espressioni spente.
Alessandro Brussolo non si ferma sulla bella pittura, sui bei materiali, sui bei soggetti: la sua è una pittura di scelte audaci.